RICOMINCIAMO DA ZERO

Premetto subito due cose importanti:
1. La frase che ho scelto come titolo non è farina del mio sacco: è opera di un mio amico che, dopo un periodo di crisi, ha affrontato la corsa con un nuovo spirito, ovvero con l'idea di ripartire dalle origini, ricominciare da zero appunto. Proverò a seguire  il suo esempio.
2. Il disegno che ho inserito è opera di mia figlia che, non appena ha saputo il risultato della mia "impresa" e quindi il disastro della giornata, ha voluto sottolineare che sono arrivato ultimo. Infatti del gruppo di amici con cui sono andato alla Venice Marathon sono arrivato ultimo. Bella peste di figlia mi sto tirando su!
Ed ora veniamo a noi. Iniziamo dalle cose belle. Grazie a tutti gli amici di runningforum che ho incontrato lungo il percorso, per la bellissima sorpresa che, incitandomi, mi ha dato forza e coraggio in momenti. ... duri. Grazie quindi a mototata, il wanz, fatdaddy, heidy e ingpeo (spero di non aver dimenticato qualcuno). Ho anche rivisto con piacere persone che non incontravo da molto tempo come ad esempio Alvin.
La giornata è stata magnifica, sole e clima fresco: ideale per correre; indimenticabile anche li passaggio in Piazza san Marco; vista da runner, è come se l' avessi vista per la prima volta.
Ora passiamo alle brutte notizie (già anticipate). Beh l'avrete già capito, non è andata bene: 4.01 il real time.
Diciamo che me l'aspettavo. Ultimamente i risultati sono stati decisamente in calo. Faccio alcuni esempi:
Mezza di Verona febbraio 2011: 1:43 miglior tempo finora conseguito in una mezza; Mezza di Bassano a settembre 2011: 1:55, netto peggioramento quindi; Maratona di Firenze, novembre 2010 : 3:53 miglior risultato conseguirto finora in una maratona; Maratona di Venezia del 23 ottobre :4:01.
Qualcosa non va ultimamente.
Non ho purtroppo così tanta esperienza da capire quale possa essere la causa, ma la cosa mi dà alquanto fastidio.
Cerco di farmi capire. Se ad un certo punto mi facesse male un piede  costringendomi a rallentare, capirei che il problema è quel piede e andrei a farmelo curare.
Ma non posso dare la colpa a qualche magangna fisica, perchè per fortuna sto bene. Mi capita solo, ad un certo punto, di rallentare di brutto e di non riuscire più a mantenere il tempo di prima.
Allenamento sbagliato? Alimentazione scorretta? Boh vai a capire tu qual'è il problema. In questi giorni mi sottoporrò ad un esame di coscienza e cercherò di capire.
Ho seguito la tabella di Albanesi per allenarmi ma sinceramente non è adatta a me. perchè prevede un allenamento sei giorni su sette.. Diciamo che non sono stato proprio fedele. 
I miei lunghi li ho fatti, sono riuscito a farne cinque di 30 km, quindi non si può nemmeno dare la colpa a quello.
Insomma, non voglio più tediarvi con queste paranoie, ma accetto sicuramente consigli da chi è più esperto  ( e più bravo) di me.
Propongo infine un drastico cambiamento al mio nick name. Non più "gazzella" (che sa troppo di Africa con i vari keniani ed etiopi sempre sulla cresta dell'onda) ma "the last runner". Mi sembra più adatto.

Post scriptum. Ho appena assistito in tv ad un resoconto della Venice Marathon (spero sempre in un'inquadratura al telegiornale, magari per sbaglio!) e ho visto con i miei occhi quanto già ci avevano annunciato prima dell'inizio della gara, cioè il gesto straordinario di Alex Zanardi che, ancora una volta, ci ha dato una lezione di umanità. Le immagini diffuse dalla tv non hanno bisogno di commenti, ma questa piccola citazione vuole essere il mio "grazie" personale ad Alex.


8 commenti:

BlogdiCaio ha detto...

Correre serve anche (soprattutto?) a conoscersi! Capirai cosa c'è che non va e ripartirai meglio di prima... senza contare che conosco molti runners che metterebbero la firma per un 4h01'.

GIAN CARLO ha detto...

Se lo scopo finale e' solo quello di far bene sui 42km io le tabelle Albanesi per chi va a 5.30 le metterei all'indice.
Obbligano a troppi lavori specifici stressantissimi ...molto meglio correre e basta cercando di velocizzare la corsa lenta... e al max una volta a settimana fare un lavoretto allegro tanto per non far impigrire le gambe, ma senza uccidersi.
Se invece lo scopo e' progredire a 360 gradi allora non ti resta che insistere su questa strada e vedrai che prima o poi(ma ci vuole pazienza) il salto di qualità generalizzato(anche su 42) arriverà

nino ha detto...

capita che una maratona possa andare male.
non te ne fare una malattia
(e poi le tabelle di albanesi sono davvero toste. prova magari con quella di luca speciani)

Vincenzo DI GENNARO ha detto...

Ciao Michele, il mio consiglio che tra l'altro già ti diedi quando c'incontrammo è di velocizzarti prima su distanze minori, per poi pensare alla maratona.
Se invece la tua aspirazione non è il tempo, allora va bene così e fregatene di tutto. ciao

Unknown ha detto...

Grazie a tutti per i consigli. E' vero che forse ho fatto una tragedia più grande del dovuto, ma ho scritto il post appena tornato a casa e quindi pieno di nervoso.
Avevo provato anch'io la tabella Speciani e mi ero trovato bene e forse ho sbagliato a cambiare. La riprenderò sicuramente e mi concentrerò, come dice Vincenzo, per il momento su delle distanze minori in vista della prossima maratona (Roma o Treviso vediamo!)

Luca "Ginko" ha detto...

Albanesi ha un programma per la maratona che ti sfianca prima dell'obiettivo. Quoto Gianca. Domenica è andata maluccio anche a me. eppure ero in forma. Credo che la maratona non faccia sconti nemmeno mezzo centesimo a nessuno.

Unknown ha detto...

Scopro ora il tuo blog, grazie a Runningforum e me lo ciuccio come la bustina di gelatina al 17° chilometro.
Grazie

Igor ha detto...

Ciao se le prestazioni peggiorano invece di migliorare, potresti provare a cambiare l'allenamento spostando l'interesse su un altro tipo di gara, più corta oppure dei trail nella natura. Le tabelle sono troppo generiche, non sanno veramente di cosa hai bisogno, se ti manca forza, elasticità, coordinazione, resistenza, potenza o chissà cosa. Magari ci sono altri fattori esterni come lo stress sul lavoro, se gli sommi lo stress di allenamento va a finire che peggiori il tutto. A volte un diversivo, magari uno sport alternativo a complemento, toglie l'apprensione del risultato e riporta fiducia.